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24 OTTOBRE

Divina Commedia

"Li occhi miei ghiotti andavan pur al cielo"

Purgatorio, Canto VIII, 85.

Dante Alighieri a Mysteria: un viaggio fuori dal tempo
Nel mezzo del cammin di nostra vita, Dante Alighieri si risveglia… a Brescia.
Son passati secoli dal suo viaggio attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso, eppure qualcosa, forse una voce, un richiamo misterioso, lo ha destato e lo ha sospinto al di là dei confini del tempo, fin nel cuore di Mysteria.
Luci soffuse, installazioni enigmatiche, suoni che sembrano venire da mondi lontani.
“Che sia questa una nuova selva oscura?” si chiede.
Non ha paura. Sente che ogni passo lo avvicina a qualcosa di antico e al tempo stesso moderno. Osserva tutto con occhi attenti. Riconosce nei simboli contemporanei qualcosa di familiare...
L’arte, ieri come oggi, parla all’anima dell’uomo.
La gente sfila tra luci e installazioni, li osserva e pensa: “Mysteria non è solo un evento: è un viaggio simile al mio. Qui l’anima si perde per ritrovarsi. Qui l’umano si specchia nel simbolo e nel sogno. Se fossi nato in questo secolo… avrei scritto con luci al neon... con suoni digitali... o forse... chissà?
Il cuore dell’uomo, tuttavia, continuerà a parlare sempre la stessa lingua: la lingua dell’Amore!”
E con un sorriso enigmatico, volge il suo sguardo verso l’“Amor che move il sole e le altre stelle” e svanisce...

Classi IV A e IV B, Scuola Primaria Francesco Crispi, a.s. 2024/2025, Brescia